25 agosto 2020

Blue Milk Agency

Neuromarketing e la scelta difficile

Blue Milk Agency

Quotidianamente, noi come chiunque altro, siamo sottoposti alla necessità di dover scegliere nelle più disparate circostanze, specialmente per quanto riguarda l’acquisto di un prodotto.

 

Prendere delle decisioni è davvero faticoso…soprattutto in questo periodo complicato!

 

La pandemia in atto sta mettendo a dura prova la mente umana sia per la gestione della paura (presente e futura), sia per quanto riguarda la presa di posizione.

 

Le scelte devono essere compiute velocemente, con lucidità e vagliando un buon numero di variabili…il tutto senza avere un’idea chiara di quale sia la corretta strada da percorre. Il più piccolo errore può essere pagato caro.

 

A prescindere però dalla situazione, in passato come sarà in futuro le conseguenze alle decisioni sono sempre un limbo: in equilibrio tra la scelta giusta e quella sbagliata, si va incontro a rischi, e in generale a dover gestire una dose, più o meno consistente, di ansia.

 

“Blu o bianche? Che budget ho?”

“Chi chiamo per giocare la partita stasera? Voglio vincere o stare in compagnia?”

 

In queste situazioni il cervello attiva una serie di processi cognitivi ed emotivi che inevitabilmente lavorano in contrasto tra loro:

 

“Bianche costano meno ma blu sono più belle”

 

…vorremmo, magari, poterle comprare tutte e due ma poi ci rende conto che non servono entrambe, e che magari già una è troppa.

 

Ma quindi, cosa succede, concretamente, nel nostro cervello? Su che base decidiamo di comprare un prodotto o un servizio e in che misura?

 

Molti esperti hanno provato per molto tempo a dare risposta a questi (e altri) interrogativi, ma si è arrivati ad una conclusione soddisfacente solo quando economia comportamentale, psicologia e neuroscienze sono entrate in contatto.

 

Gli esperti di questi tre settori si sono trovati di comune accordo a parlare di neuromarketing.

 

Cos’è il neuromarketing?

“Interdisciplinarità” è la parola chiave. Il neuromarketing è lo studio di quello che avviene nel cervello umano durante il momento di una scelta: il consumatore viene studiato nel momento della navigazione su internet, quando sta decidendo il prodotto da acquistare, quando è sottoposto ad adv…generalmente, quando deve prendere una decisione. 

Inizialmente si consideravano le scelte come qualcosa di razionale, comprensibile facilmente da conti matematici. Non è così.

Secondo i più recenti studi, prendere una decisione rientra in una reazione emotiva inconscia.

 

Neuromarketing e comunicazione

Le aziende e le agenzie utilizzano le tecniche di neuromarketing per implementare le strategie di comunicazione attraverso l’intercettazione del comportamento del consumatore.

Negli ultimi anni (quasi 20 anni in America e una decina in Italia) l’interesse e l’attenzione per questa nuova disciplina è sicuramente aumentato: ci si è resi conto che le tradizionali ricerche di mercato non erano più sufficienti.

La comunicazione, l’interesse dei clienti e la loro capacità di farsi sentire, influenzano mai come prima d’ora le scelte aziendali e i prodotti sul mercato.

Le strategie di neuromarketing devono basarsi sullo scovare gli elementi che risultano maggiormente coinvolgenti da un punto di vista cognitivo ed emotivo.

 

Neuromarketing e Covid

In questo difficile momento, la comunicazione basata sul neuromarketing può offrire qualcosa in termini di prevenzione e informazione?

È una domanda difficile che comporta una risposta altrettanto complessa: il mondo del marketing e della comunicazione non hanno mai affrontato (in tempi utili) problematiche similari e tantomeno il neuromarketing in quanto disciplina ancora giovane.

 

Degli aiuti, sostegni e supporti possono arrivare nelle istruzioni per comportamenti sociali consoni e positivi. Tutte le procedure che siamo tenuti a fare oggi (tenere una distanza consona, indossare la mascherina, lavare spesso le mani…) sono tutte azioni basate su scelte individuali.

 

Questa disciplina ha notevoli potenzialità, in diversi ambiti e situazioni.

 

Non c’è una strategia univoca che spiega cosa bisogna o non bisogna fare, specialmente in momenti difficili, per prendere decisioni, per comunicare e per vendere. L’unica regola da seguire può essere, forse, la resilienza: la capacità di reinventarsi, di trovare nuovi incastri e nuove soluzioni. Le discipline tradizionali sono importanti perché forniscono due tipi di indagine essenziali, qualitativo e quantitativo. Il neuromarketing si posiziona come terza e nuova tipologia di indagine.

 

La conditio sine qua non deve essere di non perdere il filo diretto con il consumatore, comunicare con consapevolezza ed equilibrio.

 

Blue Milk è un’azienda in continuo divenire che sostiene le nuove modalità di comunicazione e contatto con i clienti; è favorevole ad un cambiamento di rotta al passo con i tempi ed in risposta alle necessità odierne.

 

Fonte: OggiScienza

Articoli correlati